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THYSSENKRUPP

L’inferno si scatena nel dicembre di dieci anni fa. Un tubo di olio che si rompe, una scintilla e la linea 5 della Thyssenkrupp di Torino che si trasforma in un fiume di fuoco. Un operaio muore sul colpo, altri sei perderanno la vita nei giorni seguenti.
Uno dopo l’altro, mentre le polemiche sulla sicurezza si mescolano alla rabbia e al dolore dei famigliari delle vittime di una delle più sconcertanti tragedie sul lavoro degli ultimi tempi.

Accade nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007. Prima qualche innocua fiammella, poi un incendio, un’esplosione, un’ondata di fuoco, operai trasformati in torce umane. Antonio Schiavone muore quasi subito. Agli altri – Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi – toccano giorni, o settimane, di straziante agonia.

Per Torino, uno dei vertici del triangolo industriale del Nord Ovest, è come un pugno allo stomaco. Impossibile concepire un incidente tanto grave in una delle sue fabbriche più conosciute, quella della famosa acciaieria tedesca. Sono giornate di lutto, di dolore, di una rabbia che si scatena già ai funerali, quando i dirigenti vengono insultati all’ingresso della Chiesa, i fiori delle corone strappati e buttati per terra.

Il sindaco, che all’epoca era Sergio Chiamparino, annulla i festeggiamenti in piazza per il Capodanno. E la commozione è grande anche nel resto del Paese. “L’anno finisce davvero male”, commenta l’allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, a Torino per i funerali di uno degli operai morti in quella che definisce la “tragedia sul lavoro più grave degli ultimi anni“.

La sicurezza è un bene di tutti, non individuale“, aggiunge annunciando una stretta sulle norme.

Il governo accelera il varo del Testo Unico delle leggi sulla sicurezza sul lavoro, che vede la luce nell’aprile 2008. Il regista Mimmo Calopresti dedica alla vicenda un film, ‘La Fabbrica dei Tedeschi’. Antonio Boccuzzi, l’unico sopravvissuto all’incidente, viene candidato alla Camera dall’allora segretario del Pd Walter Veltroni; siede da allora in Parlamento ed è nella Commissione Lavoro della Camera.

L’inchiesta coordinata dal pm Raffaele Guariniello e dagli altri magistrati del suo pool, Francesca Traverso e Laura Longo, viene condotta a tempo record. Nel gennaio 2009 si apre il processo in Corte d’Assise, prima tappa di un complesso iter giudiziario, nel quale non sono mancati i colpi di scena, che si conclude nel maggio 2016, quando la Cassazione conferma le condanne nei confronti dei sei imputati, tra cui l’ad Harald Espenhahn, a pene tra i 9 anni e 8 mesi e i 6 anni e 3 mesi.

E restituisce un po’ di giustizia ai famigliari delle vittime, risarcite con 13 milioni di euro: mamme, vedove e sorelle non hanno mancato una sola udienza. Mai. “Thyssenkrupp è profondamente addolorata che in uno dei suoi stabilimenti si sia verificato un incidente così tragico. Faremo il possibile affinché tale disgrazia non accada mai più”, è il commento alla sentenza definitiva dell’azienda. Per gli imputati italiani si aprono le porte del carcere; Espenhahn e l’ex consigliere Gerald Priegnitz, invece, sono ancora liberi in Germania. Nelle scorse settimane il ministro, Andrea Orlando, ha chiesto che la sentenza venga recepita e eseguita. Per rispondere dopo dieci anni alla richiesta di giustizia dei famigliari delle vittime.

 

Video: L’accusa ha presentato al processo Thyssen un video realizzato da esperti in cui si ricostruisce l’incidente e il successivo incendio alla Thyssen di Torino

SCUOLA_MIUR

Giornata Nazionale della Sicurezza nelle Scuole

La ricorrenza è stata istituita dalla legge Buona Scuola in ricordo del tragico incidente avvenuto il 22 novembre del 2008 al liceo “Darwin” di Rivoli, comune della prima cintura torinese, quando lo studente diciassettenne, Vito Scafidi, perse la vita a causa del crollo di un soffitto di un’aula.

Il 22 novembre 2008 al liceo “Darwin” di Rivoli lo studente 17enne Vito Scafidi morì ucciso dal crollo del controsoffitto dell’aula in cui stava facendo lezione, vittima innocente della sciagurata incuria altrui. Da oggi e fino al 23 novembre si celebra la “Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole” per diffondere consapevolezze e cultura della sicurezza e la prevenzione dei rischi
Si terrà oggi a Roma la presentazione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, istituita dal Ministero dell’Istruzione, per ricordare tutte le vittime degli incidenti avvenuti nelle scuole italiane. In questa data il Ministero organizza, insieme alle scuole nei giorni  22 e 23 novembre, una serie di eventi finalizzati alla diffusione della cultura della sicurezza e alla gestione e prevenzione dei rischi.

Per l’occasione la Ministra Fedeli firmerà il decreto di autorizzazione e di destinazione di risorse da destinare ai Comuni per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici e siglerà, insieme al Vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti, Dario Scannapieco, e ad Antonella Baldino, chief business officer di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), il Protocollo di intesa per l’avvio della programmazione #MutuiBei 2018-2020

Oggi verranno inoltre presentati i progetti promossi dall’Inail e da altri enti in materia di sicurezza e di edilizia scolastica. L’Inail, in particolare, distribuirà ai partecipanti un articolato dossier, disponibile anche online, che in 24 pagine riassume le numerose iniziative promosse in ambito scolastico: dal protocollo d’intesa sottoscritto con il Miur nel novembre 2015, per la promozione di sinergie e la diffusione della cultura della prevenzione tra studenti e personale, ai migliori progetti sviluppati in ambito regionale, nazionale ed europeo, dal contributo offerto sul fronte dell’alternanza scuola-lavoro al piano di investimenti per la costruzione di scuole innovative e la messa in sicurezza di quelle esistenti, dai numeri sull’andamento degli infortuni alle pubblicazioni curate dagli esperti dell’Inail sul tema della formazione e della mappatura dei rischi.

 

“Sicurezza rap” Video dell’Istituto Comprensivo “G. B. Della Torre” Chiavari (GE)

inail

Comunicazione obbligatoria all’INAIL degli infortuni con prognosi di almeno un giorno, escluso quello dell’evento

Dal 12 ottobre 2017, per tutti i datori di lavoro, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, e per i loro intermediari scatta l’obbligo di comunicare in via telematica all’Inail – e per il suo tramite al Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (Sinp) – i dati relativi agli infortuni dei lavoratori – subordinati, autonomi o a essi equiparati – che comportano l’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Come precisato nella circolare Inail n. 42 del 12 ottobre 2017, la segnalazione all’Istituto – a fini statistici e informativi – deve essere effettuata entro 48 ore dalla ricezione dei riferimenti del certificato medico. Il mancato rispetto dei termini previsti determina l’applicazione di una sanzione amministrativa.

Se la prognosi riportata sul primo certificato medico è superiore a tre giorni, per il datore di lavoro assicurato all’Inail resta invece l’obbligo di presentare la denuncia di infortunio. In questo caso l’obbligo della comunicazione dell’infortunio all’Istituto è assolto per mezzo della denuncia.

Circolare n. 42 del 12 ottobre 2017

Corso Bullismo Cyberbullismo

Denuncia i bulli nel giornalino della scuola, Ministro Fedeli: “Seguite il suo esempio”

Il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha voluto incontrare la giovane studentessa che è stata autrice di una lettera indirizzata ai propri compagni di scuola a seguito di episodi di bullismo.

La lettera di una vittima di bullismo «La vostra ignoranza mi ha reso più forte» http://bit.ly/fabris_lettera_bullismo

Il Ministro ha lodato la studentessa per la lucidità e il coraggio manifestato, ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo delle famiglie e della scuola nell’azione di prevenzione ma anche nell’essere accanto alle ragazze ed ai ragazzi in tali casi. Al riguardo il Ministro ha evidenziato il costante impegno e la sensibilizzazione di tutti gli operatori del mondo della scuola verso queste problematiche.

Lo studio Fabris Securitas è sensibile al tema e propone per le scuole della formazione specifica sul bullismo e cyber bullismo www.fabris-securitas.it/corso-bullismo-e-cyberbullismo/

Video intervista da TrevisoToday

Defibrillatore

Nelle scuole è obbligatorio il defibrillatore ? No!

Il defibrillatore è un apparecchio salvavita in grado di rilevare le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca e di erogare una scarica elettrica al cuore qualora sia necessario. L’erogazione di uno shock elettrico serve per azzerare il battito cardiaco e, successivamente, ristabilirne il ritmo.
Il Decreto Balduzzi del 24 aprile 2013 ha definito quali sono le attività che hanno l’obbligo di tenere nei propri locali un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE):
• Strutture operanti nel sistema di emergenza sanitario extraospedaliero;
• Ambulanze deputate alle funzioni di trasporto sanitario e trasporto sanitario semplice;
• Servizi delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private, accreditate o autorizzate;
• Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Capitanerie di Porto, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, ecc;
• Strutture sanitarie (ambulatori) e territoriali (studi medici, ambulatori dentistici, ecc.)

Non è ancora obbligatorio nelle scuole.
La Morte Cardiaca Improvvisa colpisce individui di qualsiasi età e, per definizione, in condizioni di apparente buono stato di salute. Di essi, il 7% ha meno di 30 anni.
Solitamente, i bambini vengono considerati dalla maggior parte delle persone come vittime poco probabili di arresto cardiaco, sebbene il 3,5% dei deceduti per arresto cardiaco abbia meno di 8 anni. Ciò è imputabile a colpi toracici (commotio cordis) o a condizioni difficilmente diagnosticabili (come la sindrome del QT lungo e la cardiomiopatia ipertrofica) che possono affliggere fino ad un bambino su 500.
In seguito ad arresto cardio-circolatorio, il trattamento deve essere instaurato entro 3-5 minuti: in assenza di una pronta ripresa del ritmo cardiaco, infatti, alla cessazione della circolazione sanguigna consegue inevitabilmente il danno cerebrale.
Poiché la finestra temporale disponibile è ben più ristretta dei tempi medi di arrivo dei soccorsi (che in Italia sono di 12-15 minuti) e che molti istituti scolastici contano più di 2500 studenti, dotare ogni scuola di un defibrillatore DAE semiautomatico esterno è l’unico modo efficace per assicurarsi che i bambini colpiti da questa patologia ricevano un trattamento adeguato in un tempo congruo a determinarne l’esito fausto.
La presenza, all’interno delle scuole, di dispositivi di defibrillazione precoce, assieme a personale adeguatamente formato, riveste pertanto un ruolo fondamentale nell’assicurare un intervento pronto nei confronti dell’arresto cardiaco improvviso. Gli stessi genitori, sempre molto attenti alla salute dei propri figli, saranno più inclini ad affidarli ad una scuola dotata di tali dispositivi salvavita.

lettera vittima bullismo

La lettera di una vittima di bullismo «La vostra ignoranza mi ha reso più forte»

Un’alunna dell’Istituto Cerletti di Conegliano Veneto (TV) ha pubblicato una lettera nel giornalino scolastico per denunciare i compagni ‘bulli’ che l’hanno perseguitata.

La ragazza per tutto lo scorso anno scolastico ha subito il bullismo dei suoi compagni di scuola in silenzio. Li ha lasciati prendersi gioco di lei, schernirla per il suo aspetto fisico, farla bersaglio della loro voglia di sentirsi «bulli».

Ecco la lettera 

A tutti voi che nel corso della mia vita vi siete solo impegnati a “divertirvi” con le mie emozioni, sottolineando i miei difetti anche più nascosti, distruggendomi interiormente senza rendervene conto, voglio dire grazie.

Grazie per avermi lasciata da sola a raccogliere i pezzi rotti di me stessa e fatto in modo che li rimontassi a mio piacimento così da sembrare più forte; grazie perché adesso il mio fisico è cambiato. Non so se è migliorato perché ha perso quei pochi chili che avevo in più e di cui mi vergognavo, dopo tutte le vostre critiche. Per perdere tutti quei chili ho smesso di mangiare e facendo così ho rovinato il mio metabolismo, e il mio stomaco non accetta più il cibo come faceva prima.Grazie per avermi insegnato che nella vita non ci si deve fidare di nessuno, neanche di quelli che si pensano amici veri.

Grazie anche a voi ho imparato a capire cosa significa soffrire sul serio di solitudine. Quando mi avete disintegrata all’interno e mi avete lasciata lì, da sola, ne ho approfittato per costruire più di un muro: ogni muro rappresenta la mia personalità, quello più esterno è quello più cattivo, più spesso, oscuro, che fa paura a tutti, mentre quello più interno è quello più sottile e vulnerabile.Voglio solo dire un altro grazie a tutti quelli privi di cuore nei miei confronti. Perché nonostante tutto, la vostra ignoranza mi ha reso più forte e ho sempre mantenuto il sorriso davanti a voi, non lasciandovela vinta. Un’alunna del Cerletti

 

L’atto finale con cui la ragazza ha chiuso, ha superato questo momento, un percorso grazie anche al Servizio di psicologia scolastico dell’Istituto.

Servizio di Psicologia Scolastica

E’ un servizio gratuito di psicologia scolastica rivolto agli alunni e alle loro famiglie con lo scopo di promuovere il benessere personale, l’Istituto scolastico Cerletti di Conegliano Veneto (TV) lo ha attivato  da alcuni anni.

L’Italia è uno dei pochi Paesi dell’Unione Europea a non aver riconosciuto la figura dello psicologo nella scuola. Da tempo si susseguono disegni di legge che mirano a regolamentare un servizio stabile di psicologia scolastica ma a tutt’oggi nulla si è concretizzato. A questa situazione normativa si contrappone il vissuto quotidiano delle scuole che devono affrontare una complessità crescente che rende questa figura professionale sempre più necessaria.

La riflessione

Dino Benacchio è il professore di Lettere che coordina il giornalino scolastico: «È un testo brutale, sincero, che costringe tutti, studenti e insegnanti, a riflettere su quanto accade in qualunque istituto. So che la ragazza si sta riprendendo, anche fisicamente. È questa la cosa più importante». La preside del «Cerletti», Damiana Tervilli, è commossa: «Scrivere questa lettera e poi decidere di pubblicarla nel giornalino dell’istituto è stato un atto di straordinario coraggio, un gesto di ribellione ai soprusi ma anche di fiducia nei confronti del mondo degli adulti e della scuola. Sono orgogliosa di questa studentessa».

Nel video di Antennatre ci sono le testimonianze del dirigente scolastico Damiana Tervilli e dell’insegnante Mariangela Pullara .

#scuola #bullismo #lettera #percorso

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Convegno “La qualità nel Servizio Idrico Integrato”

 Lo studio Fabris Securitas interverrà  al convegno organizzato da Hydrogea dal titolo “La qualità nel Servizio Idrico Integrato” che si svolgerà Venerdì 15 settembre 2017 nella sala convegni dell’Unione Industriali di Pordenone

Durante il convegno verranno presentati l’esperienza di HydroGEA, gli obiettivi futuri, le opportunità di miglioramento e le difficoltà riscontrate.

Saranno coinvolti professionisti e ricercatori impegnati sul tema qualità, tra cui il nostro studio con due interventi:

La sicurezza del lavoro negli ambienti confinati” presentato da Fulvio Fabris

Risk Management dei processi aziendali nella certificazione di qualità ISO 9001/2015 e ambientale ISO 14001/2015” presentato da Vincenzo De Martino

Il Servizio Idrico Integrato è una realtà complessa che pretende una sinergia tra discipline scientifiche e tecniche. L’Acqua è una risorsa essenziale e il ciclo idrico integrato può diventarne il paradigma.

PORDENONELEGGE: Nell’ambito del convegno ci sarà spazio per il noto scienziato Stefano Mancuso che ci racconterà dell’importanza del dialogo tra l’acqua e il mondo vegetale. E come questo dialogo può diventare reale modello per il nostro futuro.

http://www.pordenonelegge.it/festival/edizione-2017/eventi/1729-L%E2%80%99acqua-e-le-piante,-un-dialogo.-Straordinario-paradigma-di-futuro-sostenibile

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Il Lavoro Agile nella Pubblica Amministrazione

La Pubblica Amministrazione prova a diventare “agile” e si pone l’obiettivo di organizzare gli uffici in modo che, entro tre anni, dieci dipendenti su cento possano prestare il loro servizio attraverso forme di lavoro “smart”. La terza direttiva di Palazzo Chigi definisce quanto si disponeva all’articolo 14 della legge dell’agosto 2015 sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che promuoveva appunto la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche.

Che cos’è?

Il lavoro agile è una particolare modalità di esecuzione della prestazione nell’ambito di un normale rapporto di lavoro subordinato: in particolare, esso permette al lavoratore di organizzare la propria attività lavorativa con maggiore flessibilità, non prevedendo vincoli specifici in tema di orario di lavoro e di luogo di svolgimento della prestazione.
La legge n. 81/2017 ha chiarito che lo smart work si caratterizza per le seguenti peculiarità:

• il lavoro può essere svolto per fasi, cicli e obiettivi;
• non sono presenti vincoli di orario o di luogo di lavoro (salvo quelli connessi alla durata massima dell’orario giornaliero e settimanale derivanti da disposizioni di legge o di contratto collettivo);
• per lo svolgimento dell’attività lavorativa è possibile utilizzare strumenti tecnologici e, in questo caso, è lo stesso datore di lavoro ad essere responsabile del loro buon funzionamento e della loro sicurezza;
• Il lavoro può essere svolto all’interno o all’esterno dei locali aziendali.

Obiettivi:
Lavorare meglio, in modo più efficiente e funzionale, meno vincolati a luogo e orari. E in questo modo incidere sulla produttività guardando più ai risultati che agli adempimenti e migliorando l’offerta dei servizi resi ai cittadini.

I destinatari.
Le novità interessano potenzialmente i lavoratori dipendenti in qualsiasi amministrazione pubblica, dunque ne possono fruire sia i dirigenti che gli impiegati, a tempo indeterminato o a tempo determinato, anche se le amministrazioni possono definire le attività compatibili con il lavoro agile e tenerne conto ai fini dell’accesso a tale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro da parte dei dipendenti che ne fanno richiesta.

Sicurezza del lavoratore.
Il datore di lavoro debba garantire la salute e la sicurezza del lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile e, a tal fine, deve consegnare al lavoratore e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, con cadenza almeno annuale, un’informativa scritta nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.

Per ora le esperienze di smartwork nella pubblica amministrazione si contano sulle dita di una mano (comune di Torino, provincia di Trento, comune di Bergamo). Ma se si darà attuazione a questa direttiva nei prossimi tre anni la pubblica amministrazione potrebbe essere portatrice di una vera e propria rivoluzione.

 

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I vantaggi per le aziende attente alla sicurezza.

In tempi di crisi economica, è importante ricordare che una strategia inefficace in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro comporta dei costi, mentre una buona strategia di sicurezza e salute sul lavoro risulta proficua.

Le aziende con standard più elevati di salute e sicurezza hanno più successo e sono più sostenibili.
Secondo gli studi dell’ Associazione Internazionale per la Sicurezza Sociale (ISSA), che ha monitorato un totale di 300 aziende di quindici paesi in tutto il mondo, per ogni euro investito nella sicurezza nel lavoro si ha un ritorno economico di 2,2 euro e il rapporto costi–benefici relativo al miglioramento della sicurezza e della salute è positivo.

Dipendenti più motivati e “ritorni” per l’immagine aziendale. Il campione monitorato ha sottolineato come l’investimento in prevenzione si rifletta, in particolare, su un miglioramento in termini di immagine dell’azienda e della motivazione e della soddisfazione dei dipendenti. Altri aspetti significativi, inoltre, riguardano la capacità di anticipare la manifestazione di eventuali problematiche (col relativo contenimento dei tempi improduttivi), nonché un’attenzione più sostenuta alla qualità dei prodotti, al loro miglioramento e alle innovazioni.

I vantaggi economici di una buona strategia di sicurezza sul lavoro sono significativi sia per le grandi che per le piccole aziende. Solo per dare qualche esempio, un buon sistema di sicurezza e salute sul posto di lavoro:
migliora la produttività dei dipendenti;
• riduce l’assenteismo;
• riduce le indennità;
• soddisfa le esigenze dei contraenti del settore pubblico e di quello privato.

Intervenire nel merito potrebbe comportare vantaggi significativi per le aziende.

ISSA : www.issa.int/en/details?uuid=f070f204-5fbd-4017-8afb-e07d98ba53ba

ALTE TEMPERATURE

Le alte temperature mettono a dura prova le condizioni di lavoro

Stiamo vivendo un’eccezionale ondata di caldo che non accenna a lasciare tregua.

Nell’ottica di una completa valutazione dei rischi non possiamo non ricordarvi quali effetti, anche seri, possano derivare dal lavorare all’aperto o comunque in luoghi non climatizzati con queste temperature.

Tra i lavoratori maggiormente esposti ai rischi del gran caldo ci sono gli agricoli, gli edili, operatori che lavorano sui tetti delle case o alle asfaltature, nella manutenzione degli edifici e delle condotte. Le alte temperature mettono a dura prova le condizioni di lavoro di queste persone che devono lavorare all’aperto.

Per tutelare quindi, la salute e la sicurezza dei lavoratori, questo tipo di pericolo deve essere preso in considerazione dai datori di lavoro che operano nei settori a rischio in quanto, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, articolo 17, tra gli obblighi del datore di lavoro vi è quello di valutare tutti i rischi e di eliminarli o ridurli attuando un sistema di prevenzione anche attraverso la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi nel quale appunto, farà una relazione sulla valutazione di tutti i rischi, indicherà le misure di prevenzione e protezione attuate e i dispositivi di protezione individuali messi a disposizione ai lavoratori.
Nel fare ciò, il datore di lavoro può tener conto di linee guida e manuali di buone prassi messi a loro disposizione da vari organi competenti come INAIL, vi segnaliamo un link ad un opuscolo, semplice ma utilissimo, disponibile sul sito del governo (Ministero della salute). http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_344_allegato.pdf
Da questo opuscolo estraiamo queste raccomandazioni:
Indicazioni per il datore di lavoro
• Consultare il bollettino di previsione e allarme per la propria città (sito di riferimento: www.salute.gov/caldo).
• Nei giorni a elevato rischio ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle 14.00 alle 17:00) e programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata.
• Garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro.
• Inserire un programma di acclimatamento graduale e prevedere un programma di turnazione per limitare l’esposizione dei lavoratori.
• Aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitare i lavoratori a rispettarle.
• Ove possibile mettere a disposizione dei lavoratori luoghi climatizzati in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro.
• Mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) e indumenti protettivi.
• Prima dell’estate informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo.
• Promuovere un reciproco controllo tra lavoratori.
Indicazioni per il lavoratore
• Prevenire la disidratazione (avere acqua fresca a disposizione e bere regolarmente, a prescindere dallo stimolo della sete; durante una moderata attività in condizioni moderatamente calde bere circa 1 bicchiere ogni 15 – 20 minuti).
• Indossare abiti leggeri di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi, adoperando un copricapo (non lavorare a pelle nuda).
• Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca.
• Informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza.
• Lavorare nelle zone meno esposte al sole.
• Ridurre il ritmo di lavoro anche attraverso l’utilizzo di ausili meccanici.
• Fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi.
• Evitare di lavorare da soli.