formazione fabris securitas

A cosa serve la formazione? Perché facciamo formazione?

I corsi di formazione sulla sicurezza sono previsti dal Decreto Legislativo 81/2008.

Per lavorare tranquilli, è necessario conoscere l’ambiente lavorativo e i relativi rischi. Attraverso la formazione il lavoratore dovrebbe acquisire le nozioni e le procedure indispensabili per tutelare la sicurezza personale e dei colleghi.
Il datore di lavoro deve fornire a ciascun lavoratore una adeguata informazione sui rischi per salute e sicurezza sul lavoro dell’impresa in generale; su procedure di primo soccorso, di lotta antincendio, dell’evacuazione dei luoghi di lavoro.
Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo.

QUANDO ?
La formazione deve svolgersi durante l’orario di lavoro e obbligatoriamente non deve comportare oneri di alcun tipo per il lavoratore. Infatti l’art. 37 comma 12 del TU 81/2008 recita testualmente: “la formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire […] durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori”. Ove si svolgesse fuori orario dovrebbe essere retribuita.
La formazione specifica deve avvenire in occasione dall’assunzione del lavoratore, di un suo trasferimento o cambiamento di mansione e quando si introducono nuove attrezzature di lavoro, nuove tecnologie, nuove sostanze e miscele pericolose.

QUALITÀ ?
La formazione viene spesso percepita come interminabili ore passate ad ascoltare il docente, tra l’insofferenza e il sonno. È quindi questo che la rende non benvoluta e spesso, purtroppo, sottovalutata. In realtà una formazione ben fatta porta un grosso valore aggiunto, soprattutto se questa riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro. Un concetto spiegato ad un corso può salvare la vita, ovviamente però se quel concetto è stato ascoltato ed assimilato.
Purtroppo molti corsi sulla sicurezza erogati nelle aziende vengono considerati una perdita di tempo. Questo perché gli argomenti sono spesso considerati “noiosi” o magari perché presentati in modo non adeguato. Ci sono argomenti che piacciono di più e per cui si è più portati e altri che appaiono noiosi. Ci sono ambiti in cui alcune persone “non capiscono nulla”, mentre altre intravedono scenari meravigliosi. E non esistono “materie” che per essere insegnate richiedono la noia del discente.

E-LEARNING ?
Per non parlare dei corsi in E-learning … Voci “automatiche” che non sanno rendere correttamente la punteggiatura italiana, costringendo gli iscritti a leggere le slides per non perdere il significato…accenti e pronunce particolari che rendono difficoltoso seguire le spiegazioni …letture monocorde senza variazioni…una lezione sui modelli di organizzazione e gestione della sicurezza nella quale la voce automatica ha confuso, senza nemmeno leggere quanto c’era scritto, “causalità” con “casualità”….

COSTO o INVESTIMENTO ?
Perché ci lamentiamo della qualità di un corso?
Quanto spesso il motivo principale della scelta del formatore è di natura economica?
È giusto che il datore di lavoro valuti anche l’aspetto economico per la formazione ma salvaguardando al tempo stesso un livello prefissato di qualità del corso. Il problema, il grosso problema, è che molti datori di lavoro non sanno cosa sia e quale sia l’obiettivo del corso di formazione.
Forse il datore di lavoro è più interessato all’adempimento formale dell’obbligo di formazione che alla effettiva acquisizione di competenze dei propri lavoratori. La formazione diventa un fatto di priorità solo quando ci sono le ispezioni di controllo o un grave infortunio!

Video divertente dei I PAPU in materia di formazione

manifesto amnil

67^ Giornata Nazionale per le vittime di incidenti sul Lavoro

Domenica 8 ottobre l‘ANMIL celebra in tutta Italia la 67ᵃ Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro.

“Cambiamo la storia” è questo lo slogan scelto da Anmil che si appresta a celebrare la 67° giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro che domenica 8 ottobre vedrà manifestazioni in tutta Italia. Una campagna volta alla sensibilizzazione e a incentivare la prevenzione per contrastare l’aumento di denunce di infortuni, malattie professionali e morti.

L’ANMIL è un’associazione al servizio di tutti gli italiani per contribuire a creare la mentalità giusta affinché i valori del lavoro, in generale, siano al primo posto dell’agenda quotidiana della politica, della scienza, della cultura, della medicina e di tutte le nostre attività di ogni giorno.

L’ANMIL è da 70 anni in supporto dei lavoratori, che non siano offesi da rischi inutili e da infortuni prevedibili; e ancora di più si impegnano per dare il giusto e dignitoso trattamento economico, le opportune cure e assistenze a coloro che, rimanendo vittime di infortuni sul lavoro, hanno sacrificato la propria salute, la propria integrità fisica e la propria vita nel lavoro.

ANMIL è presente in tutta Italia, la sezione di Pordenone ha sede in Via Montereale, 67. www.anmil.it

Video ANMIL

 

lavoro-agile

Il Lavoro Agile nella Pubblica Amministrazione

La Pubblica Amministrazione prova a diventare “agile” e si pone l’obiettivo di organizzare gli uffici in modo che, entro tre anni, dieci dipendenti su cento possano prestare il loro servizio attraverso forme di lavoro “smart”. La terza direttiva di Palazzo Chigi definisce quanto si disponeva all’articolo 14 della legge dell’agosto 2015 sulla riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, che promuoveva appunto la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche.

Che cos’è?

Il lavoro agile è una particolare modalità di esecuzione della prestazione nell’ambito di un normale rapporto di lavoro subordinato: in particolare, esso permette al lavoratore di organizzare la propria attività lavorativa con maggiore flessibilità, non prevedendo vincoli specifici in tema di orario di lavoro e di luogo di svolgimento della prestazione.
La legge n. 81/2017 ha chiarito che lo smart work si caratterizza per le seguenti peculiarità:

• il lavoro può essere svolto per fasi, cicli e obiettivi;
• non sono presenti vincoli di orario o di luogo di lavoro (salvo quelli connessi alla durata massima dell’orario giornaliero e settimanale derivanti da disposizioni di legge o di contratto collettivo);
• per lo svolgimento dell’attività lavorativa è possibile utilizzare strumenti tecnologici e, in questo caso, è lo stesso datore di lavoro ad essere responsabile del loro buon funzionamento e della loro sicurezza;
• Il lavoro può essere svolto all’interno o all’esterno dei locali aziendali.

Obiettivi:
Lavorare meglio, in modo più efficiente e funzionale, meno vincolati a luogo e orari. E in questo modo incidere sulla produttività guardando più ai risultati che agli adempimenti e migliorando l’offerta dei servizi resi ai cittadini.

I destinatari.
Le novità interessano potenzialmente i lavoratori dipendenti in qualsiasi amministrazione pubblica, dunque ne possono fruire sia i dirigenti che gli impiegati, a tempo indeterminato o a tempo determinato, anche se le amministrazioni possono definire le attività compatibili con il lavoro agile e tenerne conto ai fini dell’accesso a tale modalità di esecuzione del rapporto di lavoro da parte dei dipendenti che ne fanno richiesta.

Sicurezza del lavoratore.
Il datore di lavoro debba garantire la salute e la sicurezza del lavoratore che svolge la prestazione in modalità di lavoro agile e, a tal fine, deve consegnare al lavoratore e al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, con cadenza almeno annuale, un’informativa scritta nella quale sono individuati i rischi generali e i rischi specifici connessi alla particolare modalità di esecuzione del rapporto di lavoro.

Per ora le esperienze di smartwork nella pubblica amministrazione si contano sulle dita di una mano (comune di Torino, provincia di Trento, comune di Bergamo). Ma se si darà attuazione a questa direttiva nei prossimi tre anni la pubblica amministrazione potrebbe essere portatrice di una vera e propria rivoluzione.

 

come-risparmiare-soldi1-696x355

I vantaggi per le aziende attente alla sicurezza.

In tempi di crisi economica, è importante ricordare che una strategia inefficace in materia di salute e sicurezza sul posto di lavoro comporta dei costi, mentre una buona strategia di sicurezza e salute sul lavoro risulta proficua.

Le aziende con standard più elevati di salute e sicurezza hanno più successo e sono più sostenibili.
Secondo gli studi dell’ Associazione Internazionale per la Sicurezza Sociale (ISSA), che ha monitorato un totale di 300 aziende di quindici paesi in tutto il mondo, per ogni euro investito nella sicurezza nel lavoro si ha un ritorno economico di 2,2 euro e il rapporto costi–benefici relativo al miglioramento della sicurezza e della salute è positivo.

Dipendenti più motivati e “ritorni” per l’immagine aziendale. Il campione monitorato ha sottolineato come l’investimento in prevenzione si rifletta, in particolare, su un miglioramento in termini di immagine dell’azienda e della motivazione e della soddisfazione dei dipendenti. Altri aspetti significativi, inoltre, riguardano la capacità di anticipare la manifestazione di eventuali problematiche (col relativo contenimento dei tempi improduttivi), nonché un’attenzione più sostenuta alla qualità dei prodotti, al loro miglioramento e alle innovazioni.

I vantaggi economici di una buona strategia di sicurezza sul lavoro sono significativi sia per le grandi che per le piccole aziende. Solo per dare qualche esempio, un buon sistema di sicurezza e salute sul posto di lavoro:
migliora la produttività dei dipendenti;
• riduce l’assenteismo;
• riduce le indennità;
• soddisfa le esigenze dei contraenti del settore pubblico e di quello privato.

Intervenire nel merito potrebbe comportare vantaggi significativi per le aziende.

ISSA : www.issa.int/en/details?uuid=f070f204-5fbd-4017-8afb-e07d98ba53ba

Immagine

STORIA | Il disastro di MARCINELLE

Il disastro di Marcinelle avvenne la mattina dell’8 agosto 1956 nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, in Belgio, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, in gran parte emigranti italiani.

Si trattò d’un incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica. Un addetto ai carrelli fa risalire nel momento sbagliato un montacarichi, che sbatte contro una trave metallica che va a squarciare un cavo dell’alta tensione, una conduttura dell’olio e un tubo dell’aria compressa.

L’incendio è immediato e micidiale, non lascia scampo, anche perché in quel complesso di antica estrazione (dallo smantellamento più volte rinviato) tutte le strutture sono ancora in legno. Il sistema di sicurezza è inchiodato all’ottocento. Non sono in dotazione nemmeno le maschere con l’ossigeno e così quasi tutti moriranno soffocati dall’ossido di carbonio, di concerto col lavorio infame delle fiamme. Soltanto dodici i superstiti.

Le operazioni di salvataggio dureranno due settimane, al cospetto di una folla disciplinata e sgomenta: i parenti di chi è rimasto sepolto per sempre nel sottofondo delle viscere della terra. Pregano le centinaia di mogli e figli; invocano, invano, Santa Barbara. Il 23 agosto, l’annuncio ferale: “Sono tutti morti”. Gli ultimi li hanno rinvenuti a 1.035 metri di profondità. Abbracciati gli uni agli altri. Solidali e impavidi fino all’ultimo respiro.

Ci furono due processi, che portarono nel 1964 alla condanna di un ingegnere (a 6 mesi con la condizionale). In ricordo della tragedia, oggi la miniera Bois du Cazier è patrimonio Unesco.

Marcinelle è un luogo di dolore, ma sempre di più anche di speranza, perché anche da qui è partito il processo dell’integrazione europea, che ha prodotto libertà e diritti, assicurando la dignità e la sicurezza del lavoro come uno dei suoi principali obiettivi.

28 aprile 2017 Fabris Securitas

28 Aprile 2017: Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro.

La giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro è promossa dall’Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) con lo scopo di migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali e quest’anno il tema sarà quello relativo alla raccolta dati sulla sicurezza.

L’iniziativa fa parte integrante della strategia globale messa a punto dall’Ilo per promuovere la creazione di una cultura sulla sicurezza e prevenzione dei rischi, in modo che possa diventare parte del processo lavorativo, non un obbligo. Una cultura della sicurezza intesa sempre più come promozione del benessere, anziché come ‘riparazione del danno’ ormai accaduto.

“I paesi che hanno buoni dati sulla sicurezza sul lavoro, saranno in una posizione migliore per soddisfare il loro impegno ad attuare e comunicare il piano d’azione globale per porre fine alla povertà, proteggere il pianeta e garantire prosperità per tutti sotto il 2030 dell’Agenda delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile”, dice ILO direttore generale della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro il 28 aprile.

I dati sanitari sul lavoro se sono affidabili, facilitano la definizione delle priorità e dà la base per misurare i progressi. E’ indispensabile per l’individuazione di nuovi pericoli e dei rischi emergenti, l’individuazione dei settori a rischio, lo sviluppo di misure di prevenzione, nonché l’attuazione di politiche, sistemi e programmi a livello nazionale e aziendale. Aiuta anche con la diagnosi precoce e la diagnosi delle malattie professionali, nonché con misure per il loro riconoscimento e la compensazione.