Rapporto Annuale Inail 2016: leggera diminuzione delle le morti bianche, aumentano le malattie professionali.
Sul posto di lavoro si muore meno che nel 2015, ma ci ammala di più.
A certificarlo è l’Inail, con la relazione annuale 2016 contenente le indicazioni relative all’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia, i dati di bilancio dell’Istituto e i risultati più rilevanti conseguiti sul fronte degli investimenti e delle politiche in materia di cura, riabilitazione e reinserimento e delle attività e dei piani di ricerca.
In totale le denunce per infortunio arrivate all’Istituto che assicura i lavoratori, sono state poco meno di 642mila, con un aumento leggero sul 2015 (lo 0,66%) e una significativa discesa (meno 14%) rispetto al 2012. Certo parliamo di infortuni denunciati da soggetti assicurati all’ente. Chi lavora al nero in queste tabelle non è detto che ci sia.
Le denunce per morti bianche sono state 1.104, in discesa sul 2015 che ne ha contate 1.286 (-12,7%) e anche rispetto al 2012 quando morirono sul luogo di lavoro o mentre lo raggiungevano 1.365 (-25%) occupati.
“Sebbene si tratti di una crescita di per sé apparentemente modesta, quasi marginale rispetto all’entità del fenomeno, quello che preoccupa – spiega Bettoni Presidente nazionale ANMIL – è che nella serie storica contrassegnata da saldi annuali negativi da circa 25 anni, compare per la prima volta il segno ‘+’ ”.
In questi ultimi decenni il fenomeno infortunistico aveva mostrato una costante tendenza alla diminuzione che era iniziata già nei primi anni ’90, quando si contavano circa 1,2 milioni di infortuni e quasi 2.500 morti sul lavoro l’anno. Da allora, ogni anno, ci sono stati sempre meno infortuni e meno morti sul lavoro. Questa tendenza virtuosa si è poi ulteriormente e particolarmente accentuata a partire dal 2008 per protrarsi, con ritmi molto intensi, fino a qualche anno fa. Sono gli anni in cui il Paese ha attraversato una profonda crisi economica e al favorevole trend infortunistico già in atto si è sommato il calo della produzione e del monte-lavoro (sia in termini di occupati che di ore lavorate) che ha comportato una parallela contrazione dell’esposizione al rischio e quindi degli infortuni stessi.
Un balzo significativo lo fanno invece le malattie professionali , con ben 60mila denunce, 1.300 in più rispetto all’anno precedente, ma ben il 30% in più sul 2012. Un dato allarmante anche perché la maggior parte di chi si ammala lavorando viene colpito da malattie che riguardano il sistema osteomuscolare, ossa e muscoli. Una diagnosi che forse riflette anche l’età elevata della forza lavoro italiana.
Un dato 60mila, che si riferisce alle denunce, non agli ammalati, che sono 45mila, almeno quelli già accertati. E c’e ancora chi si ammala a causa dell’amianto, polvere micidiale che colpisce i polmoni tant’è che nel 2016 si contano 1.400 persone colpite da queste patologie. Scende anche il numero di lavoratori con malattia professionale morti nel 2016: sono stati 1.297, il 32,2% in meno sul 2012. E a uccidere per ben 357 volte é stato ancora l’amianto.